Venerdì 4 ottobre alle 18:30 vi aspettiamo al Visionario per ascoltare Giorgio Placereani che introduce il ciclo Eric Rohmer: 6 racconti d'amore.
Il gioco dell’amore e del caso è il titolo di un’opera teatrale di Marivaux, ma serve assai bene per descrivere in una parola il cinema di Eric Rohmer – anche se (contrariamente a quanto spesso si crede) questo autore francese, nome illustre dei Cahiers du cinéma come critico e della Nouvelle Vague come regista, non ama Marivaux. Ma certo ama quell’arte tutta parigina della conversazione che dà al cinema francese la capacità quasi soprannaturale di realizzare film parlatissimi eppure mossi, vivaci, emozionanti. È, quest’arte della parola, la grande realizzazione culturale del Seicento e del Settecento francesi; c’è molto di settecentesco nella lucidità geometrica di Rohmer. Lucidità connessa a un atteggiamento calmo, uno sguardo ironico e sorridente sulla commedia umana dei suoi personaggi. L’astro intorno al quale gira il pianeta Rohmer è il dubbio amoroso. Non tanto la passione quanto il desiderio; non tanto la conquista quanto la pianificazione; non tanto la realizzazione quanto l’ambiguità. Il suo cinema è centrato sulla dialettica fra il progetto e il caso, fra la strategia e il destino. Apparentemente, la ragione contro la passione. Ma in realtà la raison in Rohmer, mentre mira alla purezza dell’astratto, è costituita da passione celata, falsa coscienza, compromesso, boria di sé. Perché il linguaggio (che in Rohmer possiede una spontaneità quale pochi registi-sceneggiatori possono vantare) serve anche all’inganno e all’autoinganno. Come Kubrick, Rohmer è un illustratore di progettualità fallite; specialmente gli uomini nei suoi film sono grandi costruttori di piani; e Rohmer preferisce le donne perché sono più in sintonia col flusso della vita. Non si tratta, attenzione, di teatro filmato! È puro cinema, in una messa in scena il più possibile trasparente – nella convinzione che il cinema è fatto per restituire la verità e la bellezza del mondo. E nella sua trasparenza Rohmer è uno dei più grandi costruttori di immagini di bellezza del cinema francese.
G.P.
In occasione della rassegna, ogni proiezione sarà preceduta alle 18.30 da un Apéro en Français della scuola Solofrancese al Bistrò Primafila del Visionario (ingresso libero, gradita la prenotazione: solofrancese.udine@gmail.com).
LUNEDÌ 7 OTTOBRE ore 19.30
LA MOGLIE DELL’AVIATORE
La Femme de l’aviateur
1981, 104’, VO francese con st. italiani, restaurato in 4K
Presentazione a cura di Steven Stergar (Univ. di Udine)
Rohmer ha molto senso dell’umorismo ma non pratica la comicità aperta (o peggio, la farsa): ama una sottile arguzia, quella che dà forma alla piacevole commedia che apre la serie “Commedie e proverbi”. Grande indagatore del caso, qui Rohmer lo innesta sui temi della gelosia e dell’equivoco. È un film fatto di qui pro quo, di andirivieni, di colpi di sonno, di utili lezioncine di vita (“Son sempre le ragazze a decidere”, spiega al protagonista la quindicenne Lucie).
LUNEDÌ 14 OTTOBRE ore 19.30
IL BEL MATRIMONIO
Le Beau mariage
1982, 97’, VO francese con st. italiani, restaurato in 4K
Presentazione a cura di Clément Lafite (Univ. di Udine, Giornate del Cinema Muto)
I castelli in Spagna del proverbio che dà l’indirizzo a questo film sono quelli che da noi si chiamano castelli in aria. Ovvero, “il bel matrimonio” di Sabine, ragazza molto decisa, che molla il suo amante sposato dicendogli che si sposa ma in realtà non sa ancora con chi. Un candidato perfettamente adeguato, presentatole da un’amica, salta fuori. Il guaio è che, come sempre, le parole sono ambigue, i comportamenti peggio, e insomma, ciascuno vede il mondo attraverso i propri occhiali.
LUNEDÌ 21 OTTOBRE ore 19.30
PAULINE ALLA SPIAGGIA
Pauline à la plage
1983, 94’, VO francese con st. italiani¸ restaurato in 4K
Presentazione a cura di Giorgio Placereani (Visionario)
Sei personaggi, una moltiplicazione dei punti di vista. È un film sulle passioni? No, è un film sulle dichiarazioni della passione. Un film sull’amore? No, un film sulle visioni individuali dell’amore. Un film sulla gelosia? No, una ronde in cui ciascuno vede l’altro in una situazione compromettente. Un film sulle illusioni? Questo sì. Come sempre la più giovane, Pauline, è la più saggia. Le vacanze finiscono, si lascia la spiaggia degli amori intricati e fallimentari, si torna a Parigi.
LUNEDÌ 28 OTTOBRE ore 19.30
LE NOTTI DELLA LUNA PIENA
Les Nuits de la pleine lune
1984, 100’, VO francese con st. italiani, restaurato in 4K
Presentazione a cura di Giorgio Placereani (Visionario)
“Chi ha due donne perde l’anima, chi ha due case perde il senno”: Louise ha appunto due case, all’insaputa del suo compagno… Un ironico e raffinatissimo intrico di spostamenti, in senso fisico, in senso metaforico e in senso amoroso; sotto il segno del nervosismo e dell’insonnia – perché chi riesce a dormire nelle notti di luna piena? L’amico e innamorato non corrisposto di Louise si chiama Octave: un nome che ci riporta immediatamente a Jean Renoir, uno dei maestri di Rohmer in assoluto.
LUNEDÌ 4 NOVEMBRE ore 19.30
IL RAGGIO VERDE
Le Rayon vert
1986, 98’, VO francese con st. italiani, restaurato in 4K
Presentazione a cura di Lorenza Ambrosio (collaboratrice della Mediateca Mario Quargnolo)
Un grandissimo successo di pubblico per questo film di Rohmer che in fondo non se l’aspettava, considerandolo un piccolo film, girato improvvisando i dialoghi (“come una vacanza”, diceva). È una nitida, attenta, partecipe, ma mai tragica, divagazione sulla solitudine, con la protagonista Delphine che trova un senso nella ricerca del “raggio verde”, un raro fenomeno di rifrazione che appare nell’ultimo raggio di sole. Grande ammiratore di Rossellini, qui Rohmer segue la sua lezione.
LUNEDÌ 11 NOVEMBRE ore 19.30
L’AMICO DELLA MIA AMICA
L’Ami de mon amie
1987, 102’, VO francese con st. italiani, restaurato in 4K
Presentazione a cura di Lorenza Ambrosio (collaboratrice della Mediateca Mario Quargnolo)
È vero che “gli amici dei miei amici sono miei amici”? E cosa succede se l’amore ci si mette in mezzo? Una quadriglia (Rohmer originariamente aveva pensato di intitolarlo “I quattro cantoni”) con due ragazze e due possibili fidanzati: due coppie che starebbero meglio invertite; come sempre sono le donne che scelgono ma, molto rohmerianamente, ciascuna delle due ragazze protagoniste si preoccupa di non far male all’altra. Nel film più ottimista della serie, è il destino a decidere per il meglio.